Parlando della crisi
Nel momento di crisi che siamo vivendo sembra regnare il “non senso”, vengono frantumate le certezze e non c’è luce sul futuro. Lo sviluppo del sapere attraverso l’uso del pensiero razionale ha determinato un modo di vivere basato sull’efficienza, cioè ha valore ciò che produce con minor impiego di risorse e di tempo. È l’era della tecnologia nella quale il tempo scorre molto velocemente. I nostri genitori hanno visto nascere la televisione con solo due canali e senza telecomando! In questo contesto nel quale sembrava che si era trovata la soluzione per tutto cosa sta cambiando? Perchè si continua a parlare di crisi? Sarebbe troppo riduttivo pensare che il problema sia solo economico e che trovando la soluzione per aumentare il lavoro si esca da questo periodo di forte disagio.
L’uomo deve “crescere”!
Nel secolo scorso ha imparato ad usare il pensiero logico … “io penso”! Questa abilità che, analizzando e separando, ha permesso di conoscere la materia nelle sue più piccole strutture viene stressata da un incalzare di informazioni che velocemente hanno superato i limiti dello spazio. Le esperienze, cioè quelle circostanze attraverso la quale si acquisiscono informazioni e quindi conoscenza, si moltiplicano e nuovi parametri sollecitano un cambiamento nel modo di pensare. È un momento in cui ci si interroga su tutto e ogni cosa viene sottoposta a giudizio. La domanda di sempre su che cosa è giusto o sbagliato ritorna fortemente ad interrogare ciascuno di noi.
Il “tempo”, fattore indispensabile senza il quale non si può determinare il nuovo, sembra con la sua velocità ostacolare la riflessione che desidera le pause e la lentezza.
La nascita del tempo
Nelle cosmogonie occidentali e orientali la nascita dell’universo viene narrata in modo simile. Il pensiero cinese descrive la nascita dell’universo come un processo in cui dal Tao nasce un totale indifferenziato e quindi si distinguono due opposti in movimento dai quali nasce il mondo con la miriade di forme e di fenomeni: dal senza-limite, senza-forma e senza-cambiamento hanno origine yin e yang e quindi il mondo con i diecimila esseri.
La Bibbia ci descrive la creazione con un primo atto di Dio il quale, ancor prima del primo giorno, separa il Cielo dalla Terra. Naturalmente non possiamo pensare che si tratta del cielo e della terra materiali, ma dei due principi primi che in modo analogico prendono questi nomi.
Potremmo rappresentarli entrambi graficamente come nell’immagine seguente.
Con la dualità nasce il movinento, l’alternanza, il TEMPO.
Costruisco o distruggo?
Gli eventi si sviluppano nel tempo e sono sempre determinati dalle scelte e dalle azioni che l’uomo compie. Soltanto a conclusione degli stessi possiamo sapere se un comportamento, un pensiero è stato positivo o negativo, costruttivo o distruttivo. Il tempo, però separa e, a volte, posticipa di molto gli effetti non permettendoci di cogliere il nesso con le rispettive cause. Siamo portati spesso, non riconoscendo i nessi causali, a pensare che quello che ci si presenta si accaduto accidentalmente, forse per fortuna o per sfortuna.
Quindi: “come posso sapere se ciò che penso, voglio, faccio è “buono”?“
Forse non basta soltanto attenersi ai codici morali che definiscono il giusto. Se la nascita della dualità è stato il primo momento della nascita del nostro universo fin da allora era presente sia il bene che il male. Tutto dipende da ciò che si rende manifesto e da ciò che questo determinerà nel tempo. Ad esempio ” è stato un male quello che chiamiamo “peccato originale”?”. Non voglio essere fraintesa, ma l’uomo non sarebbe quello che è oggi, non ci sarebbe stata evoluzione se non avesse conquistato il libero arbitrio, la possibilità si scegliere. In qualche modo, forse, dovremmo essere grati ai nostri progenitori per aver riconosciuto la loro natura e averla seguita. In ogni scelta qualcosa si acquista e qualcosa si perde. Loro ci hanno dato la possiblità di accedere alla conoscenza del bene e del male e allo sviluppo di una coscienza individuale, ma perdendo l’accesso al mondo spirituale. Potremmo dispiacerci di non vivere in un mondo paradisiaco, senza sofferenza, ma l’uomo, forse, doveva conquistare la Terra (spazio, materia, individualità, pensiero razionale …) per accedere vincitore nel Regno di Dio, un regno al quale appartengono gli esseri della terra che hanno in sè lo spirituale, dove dal singolo, dalla separazione si giunge all’unità.
I periodi oscuri dei cicli del tempo sono quindi preludio del nuovo e parteciparvi attivamente fa dell’uomo l’artefice dell’evoluzione.
Sperando di essere stata sufficientemente chiara vorrei concludere con l’auspicio che integrando i diversi codici si possa sempre aiutare ciascuna persona affinchè viva coscientemente e nel migliore dei modi la sua vita.
Categorie: appunti di viaggio






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