Il significato del Tao

Il termine Tao è l’espressione fonetica, comunemente usata in Cina, che viene tradotto come “La Strada” o “La Via”.

L’Ideogramma

Questo ideogramma è composto da due simboli.

La parte sinistra indica un “andare”, c’è un origine e un processo con una direzione precisa, come la sorgente di un fiume che sgorga in un punto preciso ma sorgenti nascoste e profonde ne sono l’origine.

La parte destra rappresenta una “testa coronata”.

Tao è “l’intenzione celeste che regge le fila di quel cammino che è il vivere”,è l’andare verso una meta in una direzione pensata. La sua traduzione viene sintetizzata con il termine “Via”,”Strada” che bisogna differenziare dall’ideogramma “Lu” che, essendo formato da due segni che indicano “i piedi” e “ogni”, indica “ogni strada che viene percorsa”. La traduzione è limitativa, se non si conosce ciò che con una parola si intende esprimere, per cui è preferibile non tradurla.

Il Grande Tao

Lao Tzu prende questo termine “Tao” per indicare qualcosa che non si può conoscere ma della quale si vuole comunque parlare.

Per differenziarlo aggiunge l’aggettivo “grande”. Il “Grande Tao” è al di là della linea del sapere e della conoscenza. È indistintamente perfetto. Non è materiale o spirituale. Si trova in un piano diverso da quello fenomenico al di là del non essere e dell’essere.

“Il tao che si può pronunciare non è il Tao immortale”. Potremmo dire che si riferisce a ciò che noi chiamiamo Dio. Il Supremo non è percepibile e definibile, sfugge al pensiero umano. Non può avere un nome perchè ogni nome definisce e limita.

Il Tao non è il “non essere”, che è l’inizio del Cielo e della Terra, ma neanche l'”essere” che è la madre di tutte le creature.

Seguendo la via che conduce all’essere si conosce il manifesto nei limiti dello spazio. La via che porta la non essere ci apre alla meraviglia del creato.

WU JI – Il Non Essere

Rappresentato con un cerchio vuoto indica la “non polarità”, è presenza indifferenziata, uno stato massima potenzialità e dinamismo e di mancanza di differenziazione.

È il “non essere”, l’inizio del Cielo e della Terra.

TAI JI – L’Essere

Tai ji, “La Polarità Suprema”, è la madre di tutte le cose e viene raffigurato con la famosa figura sotto riportata.

In questo diagramma sono raffigurati due pesci che nuotano in una pozza d’acqua che è esattamente della loro grandezza. Sono due figure che hanno esattamente la stessa forma, sono coincidenti e inseparabili, all’interno di uno stesso perimetro. Sono due opposti complementari. Ognuna delle due parti contiene un cerchio del colore della parte opposta. Questo è situato nella parte più rappresentata, dove si raggiunge il massimo esiste il seme vitale, l’informazione dell’esperienza opposta. Questo piccolo cerchio non ha nessun tipo di contatto con la forma del proprio colore, cioè, tra questa informazione e la sua realizzazione, non c’è continuità ma un salto che sta alla base del divenire.

Osservando le linee della figura notiamo che sono presenti solamente linee curve. La circonferenza esterna si divide in due linee che contornano la forma dei pesci realizzando l’incontro di due complementari non scontro di opposti.

Esistono infiniti TAIJI che si differenziano ad esempio per la velocità o per il senso di rotazione ma che rappresentano sempre due estremi che riuniti operano una ordinata e armonica trasformazione.

Sono “I Diecimila Esseri”! Ognuno con il suo percorso, unico e irripetibile, che lo condurrà lungo una direzione precisa, quella di scoprirsi TaiJi.

Trasportando ciò che abbiamo detto in un diagramma otteniamo la figura sottostante nella quale esiste una linea di demarcazione tra ciò che è visibile e ciò che è invisibile, tra quello che si può conoscere e ciò che è inconoscibile.

Quando entriamo nel manifesto le due parti del Tai ji prendono il nome di “Yin” e “Yang”.

Il mistero del Tao si cela nella sua unità e come dice Lao Tzu ancora più misteriosa è la porta da cui passano tutte le meraviglie.