I cinque passi nella ricerca della saggezza
Non mi soffermerò in questo articolo sulla parola “saggezza“, parola ampia che racchiude vari significati che da soli risuoneranno dentro di noi.
Parliamo di “ricerca“, della ricerca della saggezza. Ri-cerca! Quindi prima la si possedeva e successivamente si è persa per cui la si cerca di nuovo.
Il termine di questa ricerca è diventare saggi ma il percorso è lungo e quando raggiungiamo un traguardo questo diventa il gradino dal quale ripartire per iniziare di nuovo a cercare. È come se non potessimo in una sola volta cogliere la grandezza di ciò che chiamiamo saggezza, per cui nel momento in cui ci sembra di averla raggiunta in realtà scopriamo che possiamo ancora proseguire.
Questo percorso di ricerca si potrebbe rappresentare come una spirale, ma preferisco immaginarlo come una piramide di cerchi concentrici che salendo diventano sempre più piccoli, perchè con la spirale comunque saliamo non potendo restare fermi ad un livello mentre con questa rappresentazione possiamo avere due possibilità:
– girare in cerchio avendo l’illusione di stare avanzando,
– una volta completato il giro fare il salto per passare al livello superiore.
In questa rappresentazione soltanto completando il percorso di ciascun cerchio e riuscendo ad abbandonare ciò che si è raggiunto per proiettarsi via via ad un livello superiore si arriva in cima e si diventa “saggi“.
In ognuno di questi cerchi abbiamo 4 stadi + 1 che è quello che ci permette di raggiungere il livello superiore.
Fin dal primo livello si procede percorrendo un cerchio che ruota intorno ad un’asse che è la proiezione della mia meta e ogni cerchio è sempre più piccolo per cui salendo ci si avvicina sempre di più al centro, che soltanto in cima si troverà.
Nella ricerca usiamo molto la nostra parte mentale e razionale, ma il primo passo ci viene detto essere “il silenzio” che, in realtà, è una predisposizione, un essere disposto ad accogliere, a far entrare.
Ne parliamo spesso ma dobbiamo imparare ad utilizzarlo ogni giorno, quotidianamente perchè “se sono troppo pieno non ci sarà spazio per nient’altro!”
Se sono in silenzio posso “ascoltare“, secondo passo.
Possiamo avere l’impressione che queste cosa sono già nostre, ma se osserviamo la nostra vita ci accorgiamo quanto poco siamo disposti ad ascoltare l’altro, quanto non ascoltiamo noi stessi e quanto siamo incapaci di ascoltare ciò che ci succede intorno.
Se abbiamo fatto silenzio/capacità e siamo stati capaci di ascoltare possiamo “ricordare“, terzo passo.
Il ricordare è un momento fondamentale in cui passiamo ciò che abbiamo fatto entrare in noi al Cuore, alla nostra centralità, al nostro Io. Soltanto dopo questo momento abbiamo l’adesione intima e profonda alle acquisizioni e parliamo di “conoscenza“. Questo qualcosa che mi era estraneo ora mi appartiene completamente, vi aderisce il mio Cuore, è parte integrante di me e della mia vita per cui si concretizza nei miei atti: nasce la “pratica“, quarto passo.
Quando tutto questo fluisce liberamente, senza attaccamenti, dentro di noi si è creato un canale attraverso il quale il sapere ritorna nuovamente all’esterno creando “l’insegnamento“, quinto passo.
Questa libertà permette di fare il salto per passare al livello successivo e cominciare nuovamente la ricerca.
Sperando di essere stata sufficientemente chiara, vorrei concludere con l’auspicio che, integrando i diversi codici, si possa sempre aiutare ciascuna persona affinchè viva coscientemente e nel migliore dei modi la sua vita.
Categorie: appunti di viaggio





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